Domani ha inizio al Cuoa di Altavilla Vicentina la seconda edizione dell’opening ideato e curato da Filiberto Zovico e Antonio Maconi, promosso dalla guida «Venezie a Tavola» diretta da Luigi Costa, e da ItalyPost e curata da Goodnet. Spiega Zovico: «L’anno scorso per la prima edizione, che aveva carattere sperimentale, abbiamo registrato l’accesso di oltre diecimila persone interessate a conoscere dall’interno i processi produttivi legati al mondo del food . Quest’anno raddoppierà la presenza da tutta Italia di laureati e dottorandi provenienti dalle università non solo del Nordest. Si sposteranno da uno stabilimento all’altro in una sorta di itinerario turistico, industriale ed enogastronomico unico in Italia».
Per tre giorni sarà possibile visitare le fabbriche del gusto, dove saranno organizzati percorsi guidati, show-cooking e degustazioni. Tra le novità di quest’anno, c’è il coinvolgimento del Cuoa, la business school nata 61 anni fa che in questi decenni ha contribuito a formare imprenditori e manager e che ha sede nella settecentesca Villa Valmarana Morosini ad Altavilla Vicentina. «La nostra attenzione verso il mondo del food — precisa Zovico — non si restringe a esperienze che toccano solo il palato ma abbiamo una grande attenzione verso il lato economico: l’agroalimentare è un business e saper fare un buon prodotto è solo l’inizio. La storia del food comincia successivamente con la giusta narrazione, la commercializzazione nei mercati internazionali e con una gestione manageriale». Questi temi saranno il sottofondo del convegno inaugurale che si terrà domani a Villa Valmarana Morosini dove tre protagonisti del successo del made in Italy nel Nordest discuteranno con Daniele Manca (Corriere della Sera ) sul ruolo delle imprese nel settore food .
Le fabbriche coinvolte nell’opening saranno aperte a tutti, dai giovanissimi curiosi agli anziani esperti, da chi è appassionato a questi temi e da chi vuole imparare a riconoscere la qualità nei processi produttivi di questo settore. Così, sarà possibile provare a «sporcarsi le mani» preparando la pasta nei laboratori organizzati per l’occasione o seguire la produzione di un cioccolatino, controllare la lavorazione della gubana e capire perché questo dolce è l’anima delle Valli del Natisone in provincia di Udine. «Abbiamo l’ambizione — conclude Zovico — di far diventare Veneto e Friuli Venezia Giulia il laboratorio di questa nuova narrazione del food prima di trasportare questa esperienza anche in altre regioni che hanno una forte storia enogastronomica come la Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Piemonte e le Marche».
We-Food è stato pensato come un weekend a tutto tondo che parte dalle esperienze nelle 20 aziende coinvolte nel progetto e che si espande al territorio. Non si tratta di un’esperienza di turismo «verticale», di quelle tipo «Cantine aperte» o «Distillerie aperte» ma di un’occasione unica di turismo industriale ed enogastronomico «diffuso». Così sarà possibile visitare una fabbrica del gusto e poi fermarsi a conoscere meglio città e realtà del Nordest, muovendosi in auto in un raggio che non supera i 200 chilometri. Sarà l’occasione per scoprire interessanti realtà imprenditoriali, meno conosciute al grande pubblico, come quella dei Funghi Valbrenta a Cismon del Grappa o il caseificio Castellan Urbano a Rosà dove il pubblico potrà soddisfare le curiosità sui formaggi e sulle loro preparazioni. O ancora potrà visitare l’azienda della pasta alimentare VisVita a San Martino di Lupari, che ha deciso di non comprare le farine dal mugnaio ma di scegliere direttamente i campi da dove acquistare il grano da far macinare. Una storia interessante iniziata con una signora che voleva proporre un piatto di pasta ai propri figli.
Punto di partenza degli eventi di We-Food è la guida «Venezie a Tavola», giunta alla nona edizione e presentata in anteprima il 22 ottobre. Il direttore è Luigi Costa, giornalista che come pochi conosce e racconta l’evoluzione della cucina del Nordest. Lo scorso anno aveva invitato, per l’inaugurazione della manifestazione, Norbert Niederkofler, lo chef altoatesino che un mese dopo avrebbe conquistato la terza stella nella guida Michelin. Per il 2018 sono stati invitati per le tre giornate di We-Food Leandro Luppi (Vecchia Malcesine a Malcesine, Verona), Andrea Nardin (Antico Veturo di Trebaseleghe, Padova), Emanuele Scarello (Agli Amici di Udine), tre chef creativi e attenti ai prodotti del territorio, sia esso il lago di Garda, la provincia padovana o la periferia di Udine.
Lo scorso anno diecimila persone hanno avuto la possibilità di entrare nel cuore della produzione delle fabbriche del gusto, in questo fine settimana ci sarà la possibilità di ripetere l’esperienza (programma aggiornato e posti disponibili su www.wefood-festival.it)